La storia
ALLE TERME DI RABBI:
BREVI CENNI DI UNA STRAORDINARIA STORIA DI SALUTE E BENESSERE
Alberto Mosca
Ma quando venne scoperta l’acqua di Rabbi? Probabilmente della sua esistenza si aveva coscienza fin dal Medioevo: già nella seconda metà del Trecento la Val di Rabbi era conosciuta per alcuni giacimenti ferrosi assai importanti, ed è plausibile che proprio la continua esplorazione della montagna alla ricerca delle vene di ferro abbia facilitato l’incontro con quell’acqua caratteristica, rossastra e dal forte odore.
Tuttavia non se ne comprese l’utilità, se non dopo un paio di secoli. Probabilmente, le prime ad avvalersi delle proprietà delle acque ferruginose furono davvero le capre del leggendario pastore Bastianel: la voce popolare racconta che le greggi affidate a lui erano più belle e producevano un latte più squisito delle altre e fu osservandole che il pastorello si accorse della loro abitudine di abbeverarsi in quelle polle d’acqua circondate da rossi sassi…
È a partire dal XVI secolo che una rinnovata attenzione della nobiltà verso i benefici delle acque minerali favorì l’ascesa di Rabbi: già nel 1553 esponenti della famiglia Thun frequentavano a scopo curativo i bagni termali esistenti nei pressi di Castel Caldes, oggi perduti, al pari di quelli di Bormio. Possiamo ipotizzare che in questo periodo tornasse viva l’attenzione sulle acque della Val di Rabbi, tuttavia utilizzate privatamente dalla nobile famiglia, i Thun, che dal 1464 detenevano la giurisdizione feudale sull’intera valle.
Doveva passare un altro secolo prima che questa riconosciuta salubrità delle acque diventasse di dominio pubblico, prima della comunità scientifica e quindi di una più vasta platea di bagnanti.
Già nel 1660 è il giovane Sigismondo Ercole Thun a scrivere nella propria corrispondenza della sua visita a Rabbi, allo scopo di curarsi su suggerimento del proprio medico e il primo luogo di cura fu proprio il palazzo Thun di San Bernardo, nel quale l’acqua veniva trasportata. Nel 1668 il prelato trentino Vigilio de Vescovi parla delle acque della Val di Sole e nello stesso anno un non meglio precisato medico “A.P.” invia una relazione sull’argomento a Giovanni Giacomo Maffei, medico dell’Elettore di Baviera, il quale a propria volta pubblica uno studio scientifico. Nel 1670 lo storico Michelangelo Mariani afferma che in quell’anno erano circa 500 le persone che ogni estate salivano in Rabbi per beneficiare delle acque.
Fu l’inizio di una frequentazione sempre più assidua, che si accompagnava al crescente interesse di medici e scienziati: nel 1777 il medico e botanico Heinrich Crantz, attivo alla corte di Maria Teresa e autore di una completa ricognizione delle acque curative esistenti nella monarchia asburgica, suggerì all’Augusta sovrana di impiegare a corte proprio l’acqua di Rabbi, ritenendola superiore alle altre, anche a quelle straniere.
Ormai quella delle fonti è una vera e propria attività economica e la stessa famiglia Thun, proprietaria della valle fino al 1824, appalta a famiglie del luogo lo sfruttamento della preziosa risorsa, dando il via al proliferare di alberghi e luoghi di intrattenimento sociale, culturale e sportivo per gli ospiti che ormai affollavano la località; in questi anni nasce il nuovo stabilimento (1869) e si procede con l’esportazione dell’acqua imbottigliata, con una produzione che alla fine dell’Ottocento raggiungeva le 400.000 bottiglie (da 400 g) all’anno.
Sono numerosi e prestigiosi i nomi dei bagnanti che lungo tutto l’Ottocento giungono a Rabbi: esponenti della nobiltà austriaca (a partire dalla arciduchessa Maria Elisabetta) e di quella lombarda e veneta, fino a, tra gli altri, personaggi come il presidente del consiglio del Regno d’Italia, Benedetto Cairoli, l’arcivescovo di Milano Luigi Nazari di Calabiana, il beato Giovanni Battista Scalabrini, l’alpinista ed esploratore inglese Douglas W. Freshfield, il geologo e paleontologo Antonio Stoppani: quest’ultimo nella sua opera “Il Bel Paese” del 1876 descrisse con trasporto la straordinaria località dei Bagni di Rabbi nella quale egli stesso aveva ritrovato salute e benessere.
E’ in fase di elaborazione il primo libro dedicato alla storia dell’”Acqua Forta” e delle Terme di Rabbi, a cura di Alberto Mosca. La storia di Rabbi s’interseca costantemente con quella della famiglia Thun, della casa reale austriaca e di altre famiglie nobili europee, tanto da renderla molto interessante anche per appassionati.